Il Comune di Novara, la Fondazione Castello Visconteo e l’associazione
METS Percorsi d’arte hanno in programma per l’autunno e l’inverno
2019-2020 nelle sale dell’imponente sede del Castello Visconteo Sforzesco – ristrutturate a regole d’arte per una vocazione museale – un’importante mostra dedicata al Divisionismo, un movimento giustamente
considerato prima avanguardia in Italia. Per la sua posizione geografica,
a 45 km dal Monferrato, fonte iconografica imprescindibile nell’opera
di Angelo Morbelli (1853-1919), e appena più di cento dalla Volpedo
di Giuseppe Pellizza (1868-1907) – senza dimenticare la Valle Vigezzo
di Carlo Fornara (1871-1968) che fino a pochi anni era amministrativamente sotto la sua giurisdizione – Novara, infatti, è luogo deputato per
ospitare questa rassegna. Sono appunto i rapporti con il territorio che
hanno determinato le scelte e il taglio della manifestazione. incentrata
sul Divisionismo lombardo-piemontese.
La curatela è stata affidata ad Annie-Paule Quinsac, tra i primissimi
storici dell’arte ad essersi dedicata al Divisionismo sul finire degli anni
Sessanta del secolo scorso, esperta in particolare di Giovanni Segantini
– figura che ha dominato l’arte europea dagli anni Novanta alla Prima
guerra mondiale –, del vigezzino Carlo Fornara e di Vittore Grubicy de
Dragon, artisti ai quali la studiosa ha dedicato fondamentali pubblicazioni ed esposizioni.
Il Divisionismo nasce a Milano, sulla stessa premessa del Neo-Impressionnisme francese (meglio noto come Pointillisme), senza tuttavia che si possa parlare di influenza diretta. Muove dall’idea che lo studio
dei trattati d’ottica, che hanno rivoluzionato il concetto di colore, debba
determinare la tecnica del pittore moderno. Si sviluppa nel Nord d’Italia, grazie soprattutto al sostegno di Vittore Grubicy de Dragon (1851-
1920), mercante d’arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il
fratello Alberto (1852-1922) gestisce a partire del 1876 una galleria d’arte
a Milano. Fu Vittore che seppe diffondere tra i pittori della sua scuderia,
e non solo, il principio della sostituzione della miscela chimica dei colori tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza con un approccio diretto
all’accostamento dei toni complementari sulla tela. Da dato chimico, il colore diventava fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio dello
spettatore sarebbe stato in grado di ricomporre le pennellate staccate in
una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto. Presto il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia si allarga al Piemonte:
la pennellata divisa è destinata a diventare strumento privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una messa a fuoco delle
tematiche sociali. Solo Gaetano Previati (1852-1920), irreducibilmente
antirealista sin dagli esordi, elabora una visione simbolista che scaturisce
dal mito, da un’interpretazione visionaria della storia o dall’iconografia
cristiana, agli antipodi di quella di Segantini sempre legata alla radice
naturalista di una percezione panica dell’alta quota. Dopo l’improvvisa
scomparsa di Segantini, e a un decennio dall’estromissione di Vittore dal
mercato dell’arte a opera del fratello, Alberto Grubicy proclama Fornara erede di Segantini e Previati il principe del movimento. Interpretazione
strumentalizzante delle loro due personalità che eventualmente avrebbe
danneggiato la fortuna critica dei due artisti. Ordinata in otto sezioni tematiche, l’esposizione consta di circa settanta opere. Si apre con uno sguardo rivolto alla scuderia della galleria
Grubicy quando era ancora gestita da Vittore. La prima sala è dedicata ai
ritratti di Tranquillo Cremona (1837-1878), Pensierosa, Daniele Ranzoni
(1843-1889), Ritratto di William Morisetti, Pellizza da Volpedo, Le ciliegie (Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio) ed Emilio Longoni
(1859-1932) affiancati da opere di Giovanni Segantini (1858-1899), Dopo il temporale e Gaetano Previati, Le fumatrici di hashish, oltre ad alcune
opere presenti nell’ambito dell’Italian Exhibition di Londra del 1888,
organizzata da Vittore Grubicy, tra cui La partita alle bocce di Angelo
Morbelli. La mostra londinese riveste tuttora un significato emblematico
negli studi sul Divisionismo in quanto, nell’accostare artisti come Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, già affermati nel territorio inglese, a
coloro che stavano sperimentando la nuova tecnica divisa, come Segantini, Morbelli e Tominetti (1848-1917), Vittore intuiva e già sottolineava
l’innegabile continuità tra Scapigliatura e Divisionismo, ambedue movimenti dalle radici milanesi.
La seconda sezione è dedicata alla prima Triennale di Brera tenutasi a Milano nel 1891 in cui apparirono esempi emblematici di pittura divisa, realizzati dai principali esponenti del gruppo: Giovanni
Segantini, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Emilio Longoni e
Plinio Nomellini (1866-1943). Lo stesso Vittore Grubicy, obbligato
ad abbandonare nel frattempo la gestione della galleria, vi notificava paesaggi di transizione, mentre Giuseppe Pellizza da Volpedo e
Giovanni Sottocornola (1855-1917) vi si sarebbero avvicinati di lì
a poco. Saranno esposte alcune tra le opere più celebri presentate a
quella manifestazione, ricordata come “uscita ufficiale del Divisionismo in Italia” – opere già divisioniste, oppure appartenenti ad artisti che a breve avrebbero sperimentato questa nuova tecnica: Vacca di Giovanni Segantini, L’oratore dello sciopero di Emilio Longoni
(Barlassina, Banca di Credito Cooperativo), Un consiglio del nonno
di Angelo Morbelli (Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio),
Il bosco, Schilpario di Vittore Grubicy, Ritratto di Giani Giuseppe mediatore di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Milano, Museo della
Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci), Fuori di porta di
Giovanni Sottocornola.
Nella terza sezione, incentrata sul trionfo del Divisionismo e i suoi
principali interpreti, trovano spazio capolavori come All’ovile di Giovanni Segantini, dipinto da tempo assente dalla scena espositiva, Pascolo alpino di Carlo Fornara, La lettera di Angelo Morbelli, Riflessioni
di un affamato di Emilio Longoni (Biella, Museo del territorio) oltre
ai capolavori di Grubicy Mare di nebbia e Quando gli uccelletti vanno a
dormire La quarta sala è interamente dedicata a Sul fienile di Giuseppe
Pellizza da Volpedo, importate opera divisionista di dimensioni significative, realizzata nel 1893 e presentata l’anno dopo alla seconda
Triennale di Brera che sarà messa a confronto per la prima volta con
La processione (Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia).
La sezione seguente, la quinta, propone un focus sul tema della neve,
con opere di Segantini – il celebre Savognino d’inverno / Savognino sotto
la neve, 1890, esposto per l’ultima volta nel 1970 alla mostra che la Royal
Accademy di Londra dedicò al Neo-Impressionismo europeo –, Cesare Maggi (1881-1961), Matteo Olivero (1879-1932), Longoni, Fornara,
Morbelli e Pellizza.
Gaetano Previati, teorico della tecnica divisionista e, dopo la morte di
Segantini, maggior esponente del Simbolismo in Italia, occupa la sesta
sala con opere quali Sacra famiglia, Notturno del 1908, Il Re Sole e un disegno preparatorio per la Maternità, dipinto emblematico che per ragioni
di dimensioni sarà presentato al pianterreno del Castello, in una grande
sala ad esso interamente dedicata.
La settima sezione è dedicata al disegno con varie opere di Segantini, tra cui Rododendro del 1898, che riappare in pubblico dopo più
di un secolo, Ave Maria sui monti, Fiore reciso di Pellizza (Tortona,
Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio), e il grande trittico Sogno
e realtà di Morbelli (1905).
Chiude l’esposizione una sezione su l’evoluzione del Divisionismo
nei primi decenni del Novecento con imponenti opere dei principali
interpreti – Nubi di sera sul Curone di Pellizza, Primavera della vita di Longoni, Fontanalba di Fornara e Meditazione di Morbelli –, affiancati a La lavandaia (Novara, Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele
Giannoni) di Giovanni Battista Ciolina (1870-1955) oriundo come
Fornara della valle Vigezzo, e a tele di divisionisti meno noti e legati al territorio lombardo-piemontese quali Angelo Barabino (1883-
1950), Carlo Cressini (1864-1938) e Filiberto Minozzi (1877-1938).
La mostra si terrà nelle sale del primo piano del Castello, ad eccezione della Maternità di Previati, che, come si è detto, si potrà ammirare al
pianterreno.
Un catalogo scientifico accompagnerà l’esposizione. Il saggio della
curatrice verrà corredato da schede biografiche degli artisti, schede critiche delle singole opere affidate agli specialisti di riferimento e, apparati bibliografici ed espositivi.
Il Comune di Novara, la Fondazione Castello Visconteo e l’associazione
METS Percorsi d’arte hanno in programma per l’autunno e l’inverno
2019-2020 nelle sale dell’imponente sede del Castello Visconteo Sforzesco – ristrutturate a regole d’arte per una vocazione museale – un’importante mostra dedicata al Divisionismo, un movimento giustamente
considerato prima avanguardia in Italia. Per la sua posizione geografica,
a 45 km dal Monferrato, fonte iconografica imprescindibile nell’opera
di Angelo Morbelli (1853-1919), e appena più di cento dalla Volpedo
di Giuseppe Pellizza (1868-1907) – senza dimenticare la Valle Vigezzo
di Carlo Fornara (1871-1968) che fino a pochi anni era amministrativamente sotto la sua giurisdizione – Novara, infatti, è luogo deputato per
ospitare questa rassegna. Sono appunto i rapporti con il territorio che
hanno determinato le scelte e il taglio della manifestazione. incentrata
sul Divisionismo lombardo-piemontese.
La curatela è stata affidata ad Annie-Paule Quinsac, tra i primissimi
storici dell’arte ad essersi dedicata al Divisionismo sul finire degli anni
Sessanta del secolo scorso, esperta in particolare di Giovanni Segantini
– figura che ha dominato l’arte europea dagli anni Novanta alla Prima
guerra mondiale –, del vigezzino Carlo Fornara e di Vittore Grubicy de
Dragon, artisti ai quali la studiosa ha dedicato fondamentali pubblicazioni ed esposizioni.
Il Divisionismo nasce a Milano, sulla stessa premessa del Neo-Impressionnisme francese (meglio noto come Pointillisme), senza tuttavia che si possa parlare di influenza diretta. Muove dall’idea che lo studio
dei trattati d’ottica, che hanno rivoluzionato il concetto di colore, debba
determinare la tecnica del pittore moderno. Si sviluppa nel Nord d’Italia, grazie soprattutto al sostegno di Vittore Grubicy de Dragon (1851-
1920), mercante d’arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il
fratello Alberto (1852-1922) gestisce a partire del 1876 una galleria d’arte
a Milano. Fu Vittore che seppe diffondere tra i pittori della sua scuderia,
e non solo, il principio della sostituzione della miscela chimica dei colori tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza con un approccio diretto
all’accostamento dei toni complementari sulla tela. Da dato chimico, il colore diventava fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio dello
spettatore sarebbe stato in grado di ricomporre le pennellate staccate in
una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto. Presto il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia si allarga al Piemonte:
la pennellata divisa è destinata a diventare strumento privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una messa a fuoco delle
tematiche sociali. Solo Gaetano Previati (1852-1920), irreducibilmente
antirealista sin dagli esordi, elabora una visione simbolista che scaturisce
dal mito, da un’interpretazione visionaria della storia o dall’iconografia
cristiana, agli antipodi di quella di Segantini sempre legata alla radice
naturalista di una percezione panica dell’alta quota. Dopo l’improvvisa
scomparsa di Segantini, e a un decennio dall’estromissione di Vittore dal
mercato dell’arte a opera del fratello, Alberto Grubicy proclama Fornara erede di Segantini e Previati il principe del movimento. Interpretazione
strumentalizzante delle loro due personalità che eventualmente avrebbe
danneggiato la fortuna critica dei due artisti. Ordinata in otto sezioni tematiche, l’esposizione consta di circa settanta opere. Si apre con uno sguardo rivolto alla scuderia della galleria
Grubicy quando era ancora gestita da Vittore. La prima sala è dedicata ai
ritratti di Tranquillo Cremona (1837-1878), Pensierosa, Daniele Ranzoni
(1843-1889), Ritratto di William Morisetti, Pellizza da Volpedo, Le ciliegie (Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio) ed Emilio Longoni
(1859-1932) affiancati da opere di Giovanni Segantini (1858-1899), Dopo il temporale e Gaetano Previati, Le fumatrici di hashish, oltre ad alcune
opere presenti nell’ambito dell’Italian Exhibition di Londra del 1888,
organizzata da Vittore Grubicy, tra cui La partita alle bocce di Angelo
Morbelli. La mostra londinese riveste tuttora un significato emblematico
negli studi sul Divisionismo in quanto, nell’accostare artisti come Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, già affermati nel territorio inglese, a
coloro che stavano sperimentando la nuova tecnica divisa, come Segantini, Morbelli e Tominetti (1848-1917), Vittore intuiva e già sottolineava
l’innegabile continuità tra Scapigliatura e Divisionismo, ambedue movimenti dalle radici milanesi.
La seconda sezione è dedicata alla prima Triennale di Brera tenutasi a Milano nel 1891 in cui apparirono esempi emblematici di pittura divisa, realizzati dai principali esponenti del gruppo: Giovanni
Segantini, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Emilio Longoni e
Plinio Nomellini (1866-1943). Lo stesso Vittore Grubicy, obbligato
ad abbandonare nel frattempo la gestione della galleria, vi notificava paesaggi di transizione, mentre Giuseppe Pellizza da Volpedo e
Giovanni Sottocornola (1855-1917) vi si sarebbero avvicinati di lì
a poco. Saranno esposte alcune tra le opere più celebri presentate a
quella manifestazione, ricordata come “uscita ufficiale del Divisionismo in Italia” – opere già divisioniste, oppure appartenenti ad artisti che a breve avrebbero sperimentato questa nuova tecnica: Vacca di Giovanni Segantini, L’oratore dello sciopero di Emilio Longoni
(Barlassina, Banca di Credito Cooperativo), Un consiglio del nonno
di Angelo Morbelli (Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio),
Il bosco, Schilpario di Vittore Grubicy, Ritratto di Giani Giuseppe mediatore di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Milano, Museo della
Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci), Fuori di porta di
Giovanni Sottocornola.
Nella terza sezione, incentrata sul trionfo del Divisionismo e i suoi
principali interpreti, trovano spazio capolavori come All’ovile di Giovanni Segantini, dipinto da tempo assente dalla scena espositiva, Pascolo alpino di Carlo Fornara, La lettera di Angelo Morbelli, Riflessioni
di un affamato di Emilio Longoni (Biella, Museo del territorio) oltre
ai capolavori di Grubicy Mare di nebbia e Quando gli uccelletti vanno a
dormire La quarta sala è interamente dedicata a Sul fienile di Giuseppe
Pellizza da Volpedo, importate opera divisionista di dimensioni significative, realizzata nel 1893 e presentata l’anno dopo alla seconda
Triennale di Brera che sarà messa a confronto per la prima volta con
La processione (Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia).
La sezione seguente, la quinta, propone un focus sul tema della neve,
con opere di Segantini – il celebre Savognino d’inverno / Savognino sotto
la neve, 1890, esposto per l’ultima volta nel 1970 alla mostra che la Royal
Accademy di Londra dedicò al Neo-Impressionismo europeo –, Cesare Maggi (1881-1961), Matteo Olivero (1879-1932), Longoni, Fornara,
Morbelli e Pellizza.
Gaetano Previati, teorico della tecnica divisionista e, dopo la morte di
Segantini, maggior esponente del Simbolismo in Italia, occupa la sesta
sala con opere quali Sacra famiglia, Notturno del 1908, Il Re Sole e un disegno preparatorio per la Maternità, dipinto emblematico che per ragioni
di dimensioni sarà presentato al pianterreno del Castello, in una grande
sala ad esso interamente dedicata.
La settima sezione è dedicata al disegno con varie opere di Segantini, tra cui Rododendro del 1898, che riappare in pubblico dopo più
di un secolo, Ave Maria sui monti, Fiore reciso di Pellizza (Tortona,
Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio), e il grande trittico Sogno
e realtà di Morbelli (1905).
Chiude l’esposizione una sezione su l’evoluzione del Divisionismo
nei primi decenni del Novecento con imponenti opere dei principali
interpreti – Nubi di sera sul Curone di Pellizza, Primavera della vita di Longoni, Fontanalba di Fornara e Meditazione di Morbelli –, affiancati a La lavandaia (Novara, Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele
Giannoni) di Giovanni Battista Ciolina (1870-1955) oriundo come
Fornara della valle Vigezzo, e a tele di divisionisti meno noti e legati al territorio lombardo-piemontese quali Angelo Barabino (1883-
1950), Carlo Cressini (1864-1938) e Filiberto Minozzi (1877-1938).
La mostra si terrà nelle sale del primo piano del Castello, ad eccezione della Maternità di Previati, che, come si è detto, si potrà ammirare al
pianterreno.
Un catalogo scientifico accompagnerà l’esposizione. Il saggio della
curatrice verrà corredato da schede biografiche degli artisti, schede critiche delle singole opere affidate agli specialisti di riferimento e, apparati bibliografici ed espositivi.
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