
Ferrari Arturo
Milano, 1861 - Milano, 1932
"Il Naviglio a Milano"
Olio su tela, cm 85x140
Firmato in basso a destra: "Ferrari Arturo".
Arturo Ferrari, milanese proveniente da una famiglia di tradizioni artistiche, prima di iniziare i suoi studi a Brera sotto la guida di Giuseppe Bertini nel 1877, incontrò il pittore Mosè Bianchi da Lodi, la cui pittura e il cui studio suscitarono nel giovane un singolare turbamento. Il primo quadro da lui eseguito fu un interno del Duomo di Milano, mentre le prime opere esposte all’Accademia di Brera risalgono al 1879, e ritraevano un Cortile medievale e un Interno della Chiesa di S. Antonio. La sua carriera artistica fu un susseguirsi di esposizioni alle principali manifestazioni artistiche dell’epoca, da quelle di Brera a quelle della Società Promotrice di Torino, fino all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1900 in cui vinse una medaglia d’argento con il dipinto Porta di un castello. Nel 1912 ottenne una medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione con il dipinto Nella vecchia via. Come diceva Antonio Piatti, “Arturo Ferrari sapeva esprimersi nella verità, quella verità che gli permetteva di afferrare la bellezza che appare solo agli animi innamorati ed ai quali lo spirito si dilata in una grande e fervente contemplazione della natura”. Anche se possiamo definirlo artista completo, Arturo Ferrari va essenzialmente ricordato come grande paesista; fu infatti maestro nello scovare e nel riprendere i luoghi più suggestivi e romantici della vecchia Milano, specialmente attraverso i suoi antichi canali, ormai scomparsi, che riflettevano cielo e terra nelle chiese e nei palazzi dalle magnifiche prospettive. Sono tutte mete che il nostro formidabile artista aveva scelto con il preciso scopo di restituire attraverso la tela un perenne e meraviglioso ricordo non obliabile dal tempo. E. Motta