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Autore: Quadreria

dal 02/07/22 al 23/10/22

IL GRANDE LAGO - Tributo al Lago Maggiore nella letteratura europea e nell'arte (l'età del viaggio)

CIVICO MUSEO "PARISI VALLE"

La mostra propone per la prima volta un confronto tra le opere dedicate al lago Maggiore da artisti italiani e da viaggiatori stranieri. Tra gli artisti italiani si segnalano autori che sono parte della grande stagione del vedutismo del lago tra ottocento e inizi del novecento, da un affascinante bacino Borromeo di Federico Asthon all'inedito panorama di Maccagno Inferiore di Carlo Jotti che segna l'ingresso della località tra gli scenari più ambiti dai pittori di lago. Si affiancano altri "classici" della veduta, da Eugenio Gignous (suo un vibrante scorcio di Baveno) al bresciano Giovanni Battista Ferrari (l'isola Bella scelta a immagine della mostra) a Riccardo Pellegrini (Pallanza). Si affiancano nomi meno noti ma in attesa di rivalutazione da parte del pubblico grazie al discreto numero di opere radunate in questa occasione. Tra questi Giovanni Cappa Legora, Ercole Magrotti e Alfredo Belcastro con le sue limpide e freschissime pennellate di luci e di colori. Il rapporto con gli "stranieri" si sviluppa in mostra non solo attraverso i differenti mezzi espressivi, ma anche e soprattutto attraverso le differenti modalità di raccolta e studio del paesaggio di lago. Al lavoro en plain air o in atelier degli autori italiani, infatti, la mostra contrappone una preziosa selezione di fogli di viaggio, matite o acquarelli abbozzati sul posto o rielaborati a distanza di tempo dal gran tour sul Verbano a partire dalla fine del Settecento. I nomi sono quelli che hanno fatto scuola: lo scozzese William L. Leitch, con scorcio delle isole Borromee in romantico controluce; James Duffield Harding, la cui figura consente di richiamare le presenze importanti, tra Arona e Baveno, di John Ruskin e William Turner; uno sketch dedicato a Pallanza, forse da attribuire alla cerchia di Edward Lear; il meticoloso Artur Meadows. Su tutti si staglia un foglio di viaggio di Luino, del 1778, che riprende un inedito di Philippe Hackert e che, documentando un viaggio verso le isole Borromee del grande pittore amico di Goethe, di cui non si aveva conoscenza, apre a nuovi scenari nella storia della pittura ambientata sulle rive del Verbano. In antiporta, il Civico Museo Parisi Valle è lieto di ospitare un'opera da "Voyages de l'âme" (2005), di Jean-Marie Barotte, complessa figura di attore, artista e pensatore. L'opera, creata a Monvalle, anticipo di una retrospettiva lui dedicata a Milano, illumina, nel titolo e nei risultati, la forza di un itinerario di sensi e di sentimenti, quale quello compiuto da artisti e letterati sul Grande Lago. © Federico Crimi e Marco Dozzio Civico Museo Parisi Valle
La mostra propone per la prima volta un confronto tra le opere dedicate al lago Maggiore da artisti italiani e da viaggiatori stranieri. Tra gli artisti italiani si segnalano autori che sono parte della grande stagione del vedutismo del lago tra ottocento e inizi del novecento, da un affascinante bacino Borromeo di Federico Asthon all'inedito panorama di Maccagno Inferiore di Carlo Jotti che segna l'ingresso della località tra gli scenari più ambiti dai pittori di lago. Si affiancano altri "classici" della veduta, da Eugenio Gignous (suo un vibrante scorcio di Baveno) al bresciano Giovanni Battista Ferrari (l'isola Bella scelta a immagine della mostra) a Riccardo Pellegrini (Pallanza). Si affiancano nomi meno noti ma in attesa di rivalutazione da parte del pubblico grazie al discreto numero di opere radunate in questa occasione. Tra questi Giovanni Cappa Legora, Ercole Magrotti e Alfredo Belcastro con le sue limpide e freschissime pennellate di luci e di colori. Il rapporto con gli "stranieri" si sviluppa in mostra non solo attraverso i differenti mezzi espressivi, ma anche e soprattutto attraverso le differenti modalità di raccolta e studio del paesaggio di lago. Al lavoro en plain air o in atelier degli autori italiani, infatti, la mostra contrappone una preziosa selezione di fogli di viaggio, matite o acquarelli abbozzati sul posto o rielaborati a distanza di tempo dal gran tour sul Verbano a partire dalla fine del Settecento. I nomi sono quelli che hanno fatto scuola: lo scozzese William L. Leitch, con scorcio delle isole Borromee in romantico controluce; James Duffield Harding, la cui figura consente di richiamare le presenze importanti, tra Arona e Baveno, di John Ruskin e William Turner; uno sketch dedicato a Pallanza, forse da attribuire alla cerchia di Edward Lear; il meticoloso Artur Meadows. Su tutti si staglia un foglio di viaggio di Luino, del 1778, che riprende un inedito di Philippe Hackert e che, documentando un viaggio verso le isole Borromee del grande pittore amico di Goethe, di cui non si aveva conoscenza, apre a nuovi scenari nella storia della pittura ambientata sulle rive del Verbano. In antiporta, il Civico Museo Parisi Valle è lieto di ospitare un'opera da "Voyages de l'âme" (2005), di Jean-Marie Barotte, complessa figura di attore, artista e pensatore. L'opera, creata a Monvalle, anticipo di una retrospettiva lui dedicata a Milano, illumina, nel titolo e nei risultati, la forza di un itinerario di sensi e di sentimenti, quale quello compiuto da artisti e letterati sul Grande Lago. © Federico Crimi e Marco Dozzio Civico Museo Parisi Valle

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