Fontana Roberto
Milano, 1849 - Milano, 1887
"Ritratto femminile"
Olio su tela, cm 54x46
Firmato in basso a destra: "R. Fontana".
Roberto Fontana nacque a Milano il 10 aprile 1844. Si iscrisse molto giovane all’Accademia di Brera dove frequentò i corsi del Bertini. La sua formazione artistica deve molto alla frequentazione del mondo della scapigliatura lombarda che aveva come insigni maestri Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni. Partecipò ad innumerevoli esposizioni sia italiane che internazionali ottenendo grandissimi riconoscimenti sia di pubblico che di critica: infatti tra molti altri, ottenne un premio con medaglia d’oro a Filadelfia nel 1876, e una menzione d’onore a Parigi nel 1889, mentre a Milano gli fu conferito il prestigioso premio Principe Umberto nel 1876. Molti dei suoi dipinti sono conservati nelle più prestigiose gallerie pubbliche italiane ed europee. Già dall’inizio degli anni Settanta, Cremona e Ranzoni erano stati oggetto di attenzione e studio appassionato proprio da parte di Virgilio Ripari e Roberto Fontana: i due, coetanei del Ranzoni, si erano anche loro formati presso la stessa scuola del Bertini. Fu però dopo la morte di Cremona nel 1878, e la conseguente mostra retrospettiva realizzata dal famoso mercante Vittore Grubicy De Dragon, presso il Teatro alla Scala, che la grande figura dell’artista scomparso si innalzò ad unico modello di riferimento sia per tecnica che per repertorio tematico, divenuti oggetto di emulazione per gli artisti del tempo e in particolar modo per gli amici e compagni Ripari e Fontana. Il tema dell’opera in questione è legato proprio alla poetica della “scapigliatura lombarda”, databile ai primi anni Ottanta ed eseguito tramite soffuse e graduali tonalità cromatiche, colpisce soprattutto per quel tocco di bianco che illumina la fronte della fanciulla quasi a non farlo sembrare un effetto della luce naturale ma il fulcro di quella tensione emotiva che con coraggio penetra sino in fondo al soggetto scelto. Coraggio, tutto romantico, di essere tenero, languido, sentimentale senza esitazioni, senza sotterfugi, coraggio di impostare tutta la visione pittorica sulla suggestione di un sentimento. “Ritratto femminile” simboleggia magistralmente il ruolo del personaggio, ruolo ripreso da quello dei libretti di opere liriche, nutrici dello spirito sentimentale e romantico di tutto l’800. E. Motta