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Canella Giuseppe

Verona, 1788 - Firenze, 1847

"Veduta di Como"

Olio su tela, cm 53x68
Firmato e datato in basso a sinistra: "Canella, 1836".
Datato: 1836

Mi piace aprire questa riflessione sullo splendido dipinto di Giuseppe Canella Veduta di Como, con il commento di Federico Odorici (1854) che, richiamandosi al Leopardi, così si esprimeva: …Ci si commuove alla magia di una scena patetica e tranquilla. Magica veramente è questa veduta del veneto Canella: la calma solenne del tacente lido, quella luce soave che lo rischiara ti desta nel cuore un fremito indistinto, una dolcezza arcana, come se fra i silenzi di quel lido e di quelle acque, ove un’aura non sussurra, non tremula uno stelo, si ritrovasse l’anima tua. Questa evocativa riflessione mette a fuoco, puntualmente e con spirito di osservazione che rispecchia il modo di vedere della più avanzata cultura artistica del tempo, il fare pittorico di Canella nel corso del quarto decennio dell’Ottocento, quando l’artista, lasciati ormai alle spalle i modelli naturalistici del Seicento olandese e di tutto il mondo nordico in genere, tende a una pittura più aggiornata, vale a dire più attenta alla registrazione e alla definizione del vero e della realtà quotidiana. Questo felicissimo scorcio di Como con i suoi caseggiati popolari in primo piano e la severa veduta della città dominata dal Duomo, è ravvivata in primo piano da inserti di vita di ogni giorno e segna il superamento di ogni pittoresco descrittivismo e di una definizione dell’immagine in termini esclusivamente prospettici. È un saggio di pittura modernissima, in piena aderenza al tratto della vita locale. Una pittura fatta di vibrazioni atmosferiche e tonali, di ammorbidimento dei piani cromatici e di precisazione degli elementi ambientali, così da esaltare quel concetto di “eloquente verità” che si realizza concretamente in questa eccezionale veduta lacustre, felicemente equilibrata sia nei morbidi e pacati rapporti tonali, sia nella calcolata struttura compositiva, cui la fresca descrizione conferisce una spontanea animazione a tutto vantaggio di un’immagine reale che l’artista riprende con sincera attenzione. E. Motta

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